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Restauri in Sicilia

AREA ARCHEOLOGICA
DI ADRANON
Adrano (CT)





Nel 400 a.C., il tiranno di Siracusa Dionigi il Vecchio, fondò la città di Adranon per controllare il versante occidentale dell'Etna, considerato un territorio turbolento sul piano militare, ma ricco sul piano economico. Per ottenere l’appoggio degli abitanti del luogo, Dionigi si ispirò a una divinità indigena oggetto di culto in un santuario, Adranos appunto, per scegliere il nome della città. L'abitato è cinto dalle mura Dionigiane, considerato il monumento di maggiore interesse e importanza della città antica. Dotate di torri e porte di ingresso, le mura presentano una struttura a doppia cortina di blocchi lavici squadrati che in alcuni punti raggiunge uno spessore di circa 3,30 m. La sovrapposizione della città moderna al centro antico ha intralciato un po' le indagini archeologiche che comunque hanno consentito di ricostruire quello che doveva essere l'impianto urbanistico di Adranon: un insieme di isolati divisi da vie e una strada principale larga circa sette metri. La strada non è visibile, coperta per ragioni di sicurezza, mentre è possibile visitare i resti di alcune abitazioni ellenistiche in Piazza Dionigi il Vecchio. I reperti più significativi si possono ammirare nel Museo Archeologico.

Da visitare perché
Nonostante la sovrapposizione della città moderna, è ancora possibile ammirare i resti della città antica con le sue possenti mura, esempi di abilità e maestria difensiva.

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La chiesa del Salvatore, con il monastero annesso, dal prospetto tardo settecentesco, è l'edificio religioso più notevole del '700 a Noto. Il progetto è di Antonio Mazza, la facciata di Andrea Giganti. L’interno, prezioso per le sue decorazioni in oro zecchino, circoscritto da una serie di cantorie un tempo riservate alle suore dell’ordine claustrale, è a navata unica, con andamento ovoidale. Sulla volta si possono ammirare gli affreschi del pittore netino Mazza e, sugli altari, quattro tele attribuite al Velasco, e un organo artigianale di Del Piano. L'annesso monastero appartenne all'ordine benedettino e ospitò le monache dell'alta nobiltà siciliana. Oggi è sede del Museo Civico Archeologico, nel quale convivono reperti preistorici provenienti dal territorio e testimonianze di età medievale e moderna. L'architettura del monastero è scenografica: in alto svetta la Torre del Belvedere e per tutto il lato sud corrono 13 finestre con gelosie in ferro ricurve verso l'esterno, sormontate da motivi floreali di pietra mielata.

Da visitare perché
E' uno degli edifici più belli della ricostruzione barocca di Noto dopo il terribile terremoto del 1693.

CHIESA ed EX MONASTERO
di SAN SALVATORE
via San Francesco
Noto (SR)

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VILLA ROMANA DEL CASALE
Strada provinciale 15
Piazza Armerina (EN)




La villa romana del Casale fu costruita tra la fine del III secolo e l'inizio del IV nell'ambito di un sistema di latifondi appartenenti a potenti famiglie romane, che vi si recavano a caccia o in vacanza. Alcuni studiosi suppongono che la villa fosse appartenuta a una personalità altolocata della gerarchia dell'impero romano (un console), mentre altri sostengono che la villa sia appartenuta all'imperatore M. Valerio Massimiano, detto Herculeos Victor. La villa è famosa per i magnifici mosaici del pavimento, presenti in tutte le sale e perfettamente conservati, di tale ricchezza e varietà da essere davvero unici al mondo: scene mitologiche e di vita quotidiana, una caccia grossa, i giochi circensi, le feste in onore degli dei o la raccolta dell'uva si susseguono e si alternano a decorazioni geometriche, a medaglioni, a stelle greche, tutto in un arcobaleno di colori. La realizzazione dei mosaici è oggi attribuita a maestri africani, inventori di questa arte che diffusero nei paesi con i quali entrarono in contatto. Nel 1996 la villa romana del Casale è stata dichiarata dall'Unesco "patrimonio dell'umanità".

Da visitare perché
Entrati nella villa ci si trova immersi nell'arcobaleno di colori creato dai magnifici mosaici, unici al mondo per ricchezza e varietà dei soggetti ritratti.

Il restauro
Con il finanziamento dei Fondi del Lotto è stato realizzato un impianto anti intrusione per il Museo della Villa.

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La sede principale dell'Archivio è un ex convento dei padri Teatini, edificato nei primi anni del Seicento, collegato alla quattrocentesca chiesa di Santa Maria degli Angeli. Altra sede dell'archivio si trova nell'ex convento di Santa Maria degli Angeli, detto della "Gancia". L'Archivio di Stato di Palermo conserva la documentazione relativa agli organi centrali del Regno di Sicilia (sotto le dinastie normanna, sveva, angioina e aragonese), sino ad arrivare al XX secolo. L'istituto dispone di due sale studio, una per ogni sede, di un laboratorio per il restauro e la legatoria, oltre ad essere sede della Scuola di Archivistica Paleografia e Diplomatica. L'Archivio è suddiviso in sezioni: nella prima sono conservati gli atti dei vari governi siciliani, del Protonotaro regno, della regia Cancelleria, del Tribunale del Patrimonio. La seconda sezione è dedicata agli archivi giudiziari dal XIV secolo al XIX secolo. La terza sezione comprende le scritture degli organi amministrativi dal XIV al XIX secolo. Dentro l'archivio si conserva il più antico documento cartaceo d'Europa: si tratta di un diploma greco-arabo di una concessione del 1109 della contessa normanna Adelasia.

Da visitare perché
E' conservato il documento cartaceo più antico esistente in Europa.

Il restauro
Gli interventi hanno consentito il restauro e il recupero funzionale dell'edificio.

ARCHIVIO DI STATO
Secondo Cortile della Gancia
Palermo

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ACROPOLI DI SEGESTA
Via Segesta
Calatafimi (TP)






Situato in splendida posizione, il Parco Archeologico è dominato dalla mole dell'elegante tempio dorico. Il tempio di Segesta, uno dei monumenti più perfetti a noi giunti dall'antichità, si innalza su un poggio circondato da un profondo vallone incorniciato da Monte Bernardo e Monte Barbaro, sul quale si trova il teatro. Eretto nel 430 a.C., è un elegante edificio dorico dalle proporzioni di una rara armonia. Il peristilio ha conservato quasi completamente intatte le 36 colonne, in calcare di una tinta dorata e prive di scanalature. Questo fatto e la mancanza di una cella interna ha fatto supporre che la costruzione sia stata abbandonata prima della fine. A questa teoria si oppone però l'opinione di alcuni studiosi per i quali l'assenza di ogni traccia della cella interna (punto da cui normalmente la costruzione veniva iniziata), testimonierebbe che l'edificio è in realtà un peristilio pseudotemplare, cioè destinato a dare la parvenza di un tempio greco a un luogo di culto indigeno. Anche la sua destinazione è avvolta nel mistero, poiché non è stato ritrovato alcun elemento che possa indicare a quale divinità fosse dedicato. Il teatro, costruito nel III secolo a.C. in periodo ellenistico, ma sotto la dominazione romana, è un perfetto e vasto emiciclo di 63 metri di diametro che poteva ospitare oltre 3000 persone.

Da visitare perché
E' uno degli edifici meglio conservati giunti fino a noi dall'antichità. E anche uno dei più misteriosi.

Il restauro
Restauro del teatro e scavi che hanno portato alla luce porzioni nuove sia del teatro, sia di strade adiacenti.

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Il Duomo di Siracusa, sul punto più elevato dell’isola di Ortigia, è uno splendido esempio di stratificazione architettonica lungo i secoli.
Luogo di culto fin dall’VIII, nel V secolo a.C. vi fu eretto un magnifico tempio dorico dedicato ad Atena, con il quale Gelone volle ringraziare gli dei dopo la vittoriosa battaglia di Imera contro i Cartaginesi. Il tempio era celebre per il suo splendore e per le sue immense ricchezze: Cicerone scrive che aveva porte in oro e avorio e che in cima vi troneggiava il gigantesco scudo in bronzo dorato della dea, la prima cosa che i naviganti vedevano avvicinandosi al porto di Siracusa.
Gli elementi decorativi rimasti sono conservati nel Museo Archeologico. Il tempio fu trasformato in basilica cristiana nel VII secolo. Furono chiusi gli intercolumni e aperte 8 arcate per lato nei muri della cella. Trasformata e abbellita con mosaici e vetrate dai Normanni, la chiesa fu nuovamente rifatta tra ‘600 e ‘700 e infatti oggi presenta una bella facciata in barocco siciliano, con due ordini di colonne corinzie e cornici aggettanti, progettata da Andrea Palma, e decorata da statue del Marabutti. L'interno, a tre navate e ricco di cappelle, custodisce la Madonna della Neve e Santa Lucia di Antonello Gagini, statue marmoree di scuola gaginesca, un fonte battesimale del '200, un ciborio del Vanvitelli, affreschi dello Scilla, cantorie cinquecentesche e sfarzosi altari barocchi.

Da visitare perché
E' un capolavoro del barocco siciliano, che sorge in un luogo dedicato al culto fin dalla Siracusa greca.

Il restauro
Restauro del complesso monumentale.

DUOMO DI SIRACUSA
Piazza Duomo
Siracusa

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PARCO ARCHEOLOGICO
DELLA NEAPOLIS
Siracusa






Il Parco Archeologico della Neapolis ospita la maggior parte dei monumenti classici della Siracusa greca, compreso il famosissimo Teatro Greco, la Latomia (cava di pietra in cui i prigionieri di guerra e i delinquenti comuni venivano condannati ai lavori forzati) con lo spettacolare Orecchio di Dioniso. Fu Caravaggio a battezzarlo così a causa della sua forma simile al padiglione auricolare. La leggenda vuole che "l'orecchio" servisse a Dionigi il Vecchio per ascoltare i discorsi dei prigionieri rinchiusi nella grotta.  Tra le vestigia romane, invece, spicca l'anfiteatro del I secolo d.C. scoperto nel 1839, la terza struttura del genere per grandezza, dopo il Colosseo e l'arena di Verona, e uno dei più grandiosi edifici per spettacoli che l'antichità ci abbia tramandato. La tragedia "I Persiani" di Eschilo fu rappresentata qui per la prima volta. E' inoltre presente un gruppo di tombe romane di epoca imperiale, tra le quali particolare attenzione merita quella che si è voluta identificare come la "Tomba di Archimede", in realtà un colombario romano del I secolo, mentre la vera tomba di Archimede è andata persa. Fuori dal parco, nell'antico quartiere di Tyche sono venuti alla luce resti di una strada pavimentata in uso dal I al III secolo; lungo via Elorina si trova il Ginnasio romano del I secolo.

Da visitare perché
Il Teatro Greco è il massimo monumento dell'architettura teatrale e della tecnica scenica giunto fino a noi.

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Il tempio di Apollo, dei primi anni del VI secolo a.C., è la prima cosa che si vede entrando nella parte di Ortigia. E’ il più antico tempio dorico della Sicilia e il primo con peristasi in pietra. In epoca bizantina venne trasformato in basilica cristiana, gli Arabi lo riadattarono a moschea e i Normanni lo riportarono a chiesa cristiana. Nel ‘500, in linea con il piano di fortificazione voluto da Carlo V, divenne caserma militare. Oggi rimangono due colonne e pochi altri resti, capaci comunque di testimoniare la monumentalità del tempio.
Il tempio di Zeus fu costruito nei primi decenni del VI secolo a.C. ed è il più antico tempio greco della terraferma. La costruzione in ordine dorico si presentava con sei colonne nel prospetto e diciassette nei fianchi, tutte monolitiche. La monumentalità dell'impianto era accresciuta da una seconda fila di colonne dietro quelle della facciata. La cella era preceduta da un pronao e seguita da un áditon. E' probabile che fosse il più importante tempio di Siracusa, la sua casta sacerdotale era la prima della città e in esso erano contenute le liste censitarie dei cittadini; forse vi si custodiva anche l'erario della città. Della grande struttura (20,50 x 60 metri) oggi sono superstiti una parte della base in pietra e due colonne del lato sud che, dal '700 in poi, hanno caratterizzato buona parte delle vedute del porto e di Siracusa.

Da visitare perchè
Seppur in pochi resti rispetto agli originali, si può comunque riconoscere e ammirare tutta la grandiosità dell'architettura greca.

TEMPIO DI APOLLO
E TEMPIO DI ZEUS
Largo XXV luglio
Siracusa